venerdì 6 febbraio 2015

la strada dell'inferno è lastricata da buoni propositi

PERCHE’ DECIDERE DI FORMARSI PER UN CANOISTA.

Questo articolo nasce per l’utente finale ovvero chi vuole avvicinarsi ad uno sport come la canoa o chi va in canoa anche su tratti difficili con amici che conoscendo poco di sicurezza, non sapendo andare molto bene in canoa mettono in pericolo loro e me stesso. 
La canoa, è uno sport dove  conoscenze, valutazioni, esperienza, capacità tecniche, equilibrio fisico e mentale fanno la differenza. Ogni manovra va a ricercare scivolamento, armoniosità, fluidità, precisione sicurezza. 
Molte persone di tutte le età e con varie ambizioni si avvicinano a questa disciplina. C’è chi vuole imparare la canoa per farsi i giri nel lago, c’è chi vuole fare un po’ di slalom per divertirsi e fare sport in tratti di fiume non troppo pericolosi.
Poi ci sono le persone che vogliono imparare per scendere i fiumi, di varie difficoltà.

E’ molto riduttivo voler imparare ad andare in canoa solo nei laghi. Quando una persona  incomincia uno sport, sa da dove parte ma non sa dove arriverà.
Ecco che la figura del Maestro di canoa è essenziale, perché deve rispondere alle esigenze che il corsista chiederà, nel tempo, partendo da un laghetto e invogliandolo a crescere a livello tecnico, esperienziale ed emozionale.

LE FIGURE PROFESSIONALI.


Non entrerò in merito di chi fa cosa.
Possiamo dire che ci sono varie Federazioni, varie associazioni etc.. che promuovo questi corsi.
Purtroppo quello che noto è un adeguamento verso il basso.
Ci sono corsi per diventare istruttori tenuti da persone non realmente competenti. Spesso si prendono decisioni per scelte politiche, per guadagni, o semplicemente per mancanza di capacità reali, si cercano degli escamotage per poter fare gli istruttori… più per un bisogno personale che per gli allievi e spesso gli istruttori degli istruttori è anche peggio.


Tutti, devono fare sport e tutti possono insegnare a fare sport, ma bisogna sapersi valutare e sapere fino a dove uno si deve spingere. Difficile sapersi valutare senza esperienza.

Non guardo i brevetti, i certificati etc.. guardo le reali capacità. Perché una persona ha il diritto di avvicinarsi a questo sport avendo docenti preparati a 360°.
Non parlo solo di aspetti tecnici, didattici e di sicurezza, parlo anche di capacità personali per far vivere lo sport della canoa in maniera bella, divertente e sana.
Detto ciò però, una base bisogna averla. Il problema di molti istruttori è che trovano, a parere mio, 2 tipi di percorsi.


1. Molto difficili, dove sono richieste buone capacità canoistiche. Quando io feci i corsi di maestro di canoa o le sessioni precedenti, ricordo che si andavano a navigare 5° gradi. Se pensate che una selezione fu fatta sul Noce Bianco 5° abbastanza cattivo.  I docenti molto forti canoisticamente con esperienze internazionali.

2 Molto facili, dove si parla di teoria in aula, dove i docenti non sono persone con un livello alto, dove si sono autoproclamati. Ci sono percorsi dove basta dimostrare di aver esperienza per diventare istruttori, portando un allineamento verso il basso, per mancanza di capacità.
 

Ora incominciano a uscire nuove formule di corsi per docenti:
Questo è dato anche da un numero sempre più ridotto di canoisti o di persone che si avvicinano a questo mondo.
Sicuramente colpa anche dei professionisti del settore.
Le federazioni, le associazioni fanno il loro gioco, sono inoltre fortemente convinto che sono gli istruttori o i pseudo istruttori che devono fare la differenza.


Al di là del nome delle federazione, bisognerebbe capire che spesso, si fanno più danni che altro.
Non fa bene al nostro sport avere docenti che non sanno andare in canoa, (non solo sotto l'aspetto tecnico) un maestro che non sa lanciare una corda, un maestro che va con dpi non idonei,  non rispettano questo sport. Se non siamo aggiornati sulle nuove tecniche in canoa, sulla sicurezza, sulle normative non siamo professionisti.
Ci sono istruttori che hanno fatto il loro ultimo lancio di corda 10 anni fa ...  ma le cose cambiano sia sull’aspetto del soccorso che su come insegnare, e sulle metodologie didattiche.
Figuriamoci poi se chi deve fare la formazione ai futuri istruttori sa ancora meno.
Ora, dobbiamo avere la responsabilità di capire che gli incidenti possono accadere e noi siamo responsabili. Verremo riconosciuti più professionali se ogni tanto dicessimo “ questo non lo so fare, vai da chi è più bravo”.
Quando si fanno i corsi per diventare guide alpine, oltre agli istruttori delle guide, ci sono i formatori esterni, chiamati perché massimi esperti in un settore. Ad esempio per le valanghe, o per imparare a tracciare dei percorsi, vengono chiamate delle persone che fanno questo di mestiere.
Questo è indice di professionalità. Nonostante il fatto che, chi diventa istruttore delle guide è davvero un fortissimo alpinista e chi diventa guida si è fatto il mazzo per 110 giorni + tutta l’esperienza che deve dimostrare per accedere alle selezioni.
E attualmente l’80 % del lavoro è racchette da neve, canyoning e passeggiate.
L’istruttore di canoa dopo 2-3 giorni porta persone su tratti di fiume che comportano pericoli oggettivi importanti.
Sicuramente non c’è la volontà di volersi professionalizzare. Per vari motivi, purtroppo dati da poco rispetto verso questo sport e verso gli allievi.
Non bisogna saper navigare i 5° gradi per fare il maestro di canoa e non bisogna sapere tutto sul soccorso.
Però credo che sarebbe normale pretendere di saper navigare un IV° in maniera decente, saper andare in canoa tecnicamente bene, sapere le manovre di soccorso giuste e non di 10 anni fa, conoscere le nuove linee guida, saper insegnare, investire nella propria formazione, avere un brevetto di BLS e molto altro.

Questo pressapochismo porterà sempre di più un danno ai futuri istruttori che a loro volta saranno un pericolo verso l’utente finale.

Detto questo spero che chi voglia avvicinarsi a questo sport come LAVORO e non come passatempo, lo faccia al massimo, per rispetto dei suoi allievi, dei suoi colleghi e di chi lavora ed investe per dare sempre di più un servizio migliore.
Sarebbe bello unificare la formazione, fatta in maniera intelligente, con professionisti di ogni settore, che danno la loro disponibilità per dare ai futuri allievi istruttori il massimo. Trovando un giusto equilibrio tra capacità tecniche, capacità personali etc..
I professionisti investono tempo, energie, attrezzature e soldi per la propria formazione con un risultato finale che, quando lavorano hanno un costo.
Poi c’è chi lo fa per diletto, senza competenze, con poco o zero investimento di denaro per la propria formazione uscendo ad un costo finale decisamente inferiore.
Questo purtroppo non fa bene alla categoria di veri professionisti.
Sicuramente gli interessi personali, interessi societari, hanno fatto in modo di amplificare queste problematiche.
Attualmente l’unica speranza sono i futuri istruttori che decidano responsabilmente e autonomamente di cercare la migliore formazione possibile. La speranza è che gli appassionati insegnino ai canoisti la cultura di volersi formare in maniera sana e corretta.
Altrimenti si troveranno sempre canoisti che in fiume non sanno nuotare, che non sanno lanciare una corda, che non sanno valutare una rapida,  che tecnicamente sono ancora agli anni 80, pensando di sapere tanto, senza conoscere niente.



E visto che ce ne sono molti, la domanda che sorge spontanea è: FORSE MANCA QUALCOSA?
Ho visto un raduno nel 2014, fiume facile, l’ultima rapidina che sono esattamente 15 metri. L'acqua fa tutto lei.  In quella giornata molti hanno percorso quel pezzo con la testa sott’acqua. Ma non alla fine, ma dal principio. Ora, se una persona valutasse un po’ di cose saprebbe che quello è un tratto artificiale, con dei sassi butta giù. Dove ci sono degli incastri di piede fenomenali perché tra un sasso e l’altro c’è molto spazio. Inoltre il Fiume ha delle grosse variazioni di portata che modificano i sassi sul fondo.  Alla fine della rapidina c’è un buchetto con dei sassi sott’acqua con angoli vivi.
Il bagno capita a tutti e capitano anche gli incidenti, però bisognerebbe provare a navigare i tratti di fiume dove “ce la si può giocare”. C'è differenza tra provare a fare una rapida o navigare un rapida, dando i colpi giusti, scegliendo la linea giusta e mantenerla, invece sembrava più una roulette russa. Questo non è andare in canoa e sono convinto che non sia colpa di chi ha partecipato ma sia colpa degli istruttori, accompagnatori, maestri etc.. che non hanno insegnato loro il valore ed il bello di questo sport. Perché se una persona di queste si fosse spaccata la faccia sott’acqua o peggio, probabilmente non sarebbe più andata in canoa. E questo, sarebbe una perdita per il nostro mondo.
Bisogna insegnare il rispetto per questo sport e non lo può insegnare chi decide di diventare istruttore senza aver preteso la massima formazione possibile.

Sono convinto che l’istruttore abbia un compito essenziale. Quello di insegnare il rispetto per la vita e per lo sport. Ma come può insegnarlo se lui è il primo a non averlo?




 Questo articolo può non essere condiviso da tutti, però se mio figlio volesse imparare ad andare in canoa vorrei un maestro bravo ad andare in barca, vorrei che sapesse tirare fuori mio figlio dai casini e vorrei che avesse un'esperienza incredibile conoscenze e capacità acquisite in anni e anni di lavoro e passione. 
Per mia suocera invece vorrei tutto il contrario. 









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