domenica 22 febbraio 2015

la scelta del kayak per la sicurezza e per il divertimento.

La canoa e cosa usare.


Premetto che questo post è scritto in qualità di canoista. Cercherò di essere il più oggettivo possibile, aggiungerò alcuni pareri personali. Questo post non vuole assolutamente essere di carattere commerciale, perché non ho nessuno interesse che uno acquisti un kayak piuttosto che un altro.


Negli anni il kayak ha visto vari cambiamenti, sia sulle forme delle barche che sui gradi di difficoltà di navigazione.
C'è stato un periodo dove i 5° gradi erano per pochi, mentre ora sempre più persone si avvicinano a queste rapide. Ci sono stati anni in cui si andava solo con le barche da rodeo, poi da un anno all'altro è cambiato tutto.

Come sono cambiate le cose.
Mi ricordo anni fa che con le barche da rodeo si navigava di tutto, fiumi grossi, torrenti difficili, si faceva tutto, ma proprio tutto. Noce bianco, torrenti impegnativi, io in nuova Zelanda ed in Ecuador, patria di creek duri, li ho navigati con la liquidlogic Scooter, barca da rodeo.
Ora sento canoisti che anche su fiumi semplici dicono "ci vogliono barche di almeno 300 litri".

Penso sia una moda. Vero è che, una barca con volume è più sicura, però è altrettanto vero che se usi una barca che ti perdona molto, rischi di andare a navigare cose senza le competenze necessarie, diventando quindi più pericolosa.

Credo che la scelta della canoa sia in relazione al grado che si naviga e da quello che si vuole avere da una canoa. Se navigo cose facili fino al 4° grado non serve avere barche da Sick Line, ma bensì barche che ti possono far divertire anche su cose facili, magari buttando giù la coda, o provando a surfare anche onde piccoline.

Detto questo entriamo sull'aspetto di scelta della canoa e di sicurezza.
Prima di tutto il soccorso è materia complessa e molto difficile. Inoltre, quando bisogna fare un soccorso ad un canoista, si è tempo dipendenti e purtroppo non sempre è un soccorso ma bensì un recupero. Spesso dato anche dalla pericolosità del soccorso, che non permette a nessuno di intervenire.

Ecco quindi che il miglior soccorso è la prevenzione ed una buona lettura della rapida e di quello che potrebbe accadere. Può essere utile posizionare le sicure in modo corretto e nei posti adeguati, ma comunque rimane sempre una parte di rischio residuo. Non importa solo posizionare le sicure, bisogna anche saper far sicura. E molti credono di sapere ma sbagliano.
Le capacità tecniche e il feeling con la propria canoa possono aiutare o peggiorare la situazione.

Prima di tutto faccio questa considerazione.
Anni fa chi si avvicinava al 5° grado, aveva esperienze di anni e anni, questo anche perché il materiale meno performante perdonava meno e quindi ci volevano più competenze tecniche, più esperienza per affrontare le rapide. Ora, grazie alle canoa che aiutano molto l'equilibrio, fianchi che perdonano tanto, si ha l'illusione di essere bravi canoisti anche dopo poco tempo che una persona va in canoa.
Come maestro consiglio sempre all'inizio di imparare con canoe lunghe e difficili. Imparare subito su kayak molto facili porta ad avere un'idea sbagliata delle proprie capacità. Inoltre il corpo non impara i giusti fondamentali, che poi in acque grosse diventeranno essenziali. Mi spiego: un principiante in canoa con barca facile, può saper fare i traghetti, quando però andrà su tratti più difficili la canoa non lo aiuterà così tanto scoprendo di non aver le capacità per affrontare quel tratto. Spesso quando lo si scopre è troppo tardi.

Immaginiamo ora unncanoista che deve acquistare una canoa cosa deve considerare?
  • i fiumi che principalmente si vanno a navigare. Infatti se sei un canoista della Liguria con torrenti fatti di scivoli, pieni di sassi e acqua bassa non andrai a prendere una barca troppo lunga, troppo veloce etc..
  • quali difficoltà di fiumi si è pronti a navigare e quanto si è pronti a rischiare? 
  • se si navigano fiumi medio difficili, una conoa più divertente come può essere la diesel o la mamba possono risultare molto più belle da usare. 
  • il kayak lo si usa per lavoro o per divertimento? Se il kayak lo si usa da lavoro, deve avere velocità per sorpassare i rafting, deve avere volume per poter far attaccare 1-2 persone al kayak, deve essere stabile, con maniglie comode dove le persone possono aggrapparsi; se si usa in hydrospeed avere punte rotonde, belle larghe cosicché, se per errore si dovesse impattare contro un cliente in hydro non si procurerebbe molto danno, rispetto ad una punta o coda appuntite. Se lo si usa per l'insegnamento del kayak, avere una canoa lunga è più utile per dimostrare la tecnica, l'entrate in morta etc.. Rispetto ad una canoa lunga 2 metri. 
  • peso del canoista: la stessa canoa usata da un canoista di 60 kg rispetto ad uno di 80 kg, può dare risultati completamente diversi 
  • sei uno slalomista che vuole andare a fare fiumi? Tendenzialmente gli slalomisti sono abituati a canoa a fondo rotondo, perché giocano con i fianchi, avendo una buona tecnica riescono a sfruttare al 100% la barca. Si troverebbero bene anche con canoa a fondo piatto, però il loro stile si presta di più a quelle con fondo rotondo.
  • sei un principiante: non comprarti la canoa per voler andare a fare la Sick Line, prendi una barca a poco prezzo, lunga, meglio se con i fianchi un po' rotondi. Prendi una canoa che ti faccia capire quando sbagli e che ti trasmetta quando fai le cose giuste. Non spendere soldi in una barca nuova, perché potrai nuotare molto all'inizio, la tua canoa prenderà colpi, si rovinerà moltissimo e forse la perderai pure. Porta pazienza per una stagione, cosicché quando incomincerai a essere più esperto, potrai capire meglio quale barca sia più adatta a te. Se vuoi imparare lo sport del kayak avrai bisogno di tempo e passione. Se invece vuoi buttarti giù solo dalle rapide, tanto per provare a sopravvivere, allora comprati un santino e scegli la barca con il colore che ti piace di più.
Ora, se entriamo nel tecnico possiamo analizzare alcuni punti.
- Fondo piatto: molto stabile, i fianchi presentano angoli più vivi, questo darà velocità di ingresso in morta, dando una buona carvatura alla barca.

- Fondo rotondo, meno stabile, si può giocare molto con i fianchi e decidere quando la barca debba carvare. Non facile da mantenere la direzione.

Un tempo, le differenze tra i due fondi erano notevoli ora piano piano incominciano ad avere solo delle piccole differenze. Ci sono ancora dei modelli con dei fondi molto squadrati e dei fondi completamenti rotondi, ma per la gran parte dei modelli, le barche presentano: nella zona centrale fondo abbastanza piatto ed i rail che partono dalla punta per dare maggior velocità ad ingresso di una morta.
Questo rende il kayak stabile, con un'entrata in morta dolce, ma con virate strette. Diventa importante l'utilizzo del peso per gestire la velocità di rotazione.

E' buono avere la punta del kayak alta e larga,  con del rocker, questo aiuta nel saltare, per lanciare la barca sopra i buchi, ma sopratutto evita alcuni incastri di punta, che possono essere molto pericolosi.
La presenza del rocker sulla punta presenta solo un difetto, nelle cascate alte, sopra i 12 metri bisogna riuscire a chiudersi molto e mantenere la posizione nell'impatto. Questo perché con il rocker molto accentuato appena la barca tocca l'acqua alla fine di una cascata tende ad appiattirsi e a sbalzare in avanti, rischiando di dare un colpo di frusta al canoista, andando a sbattere con la schiena nella parte posteriore della barca, provocando anche dei traumi importanti.

Coda larga: questa soluzione tecnica, che per noi fa apparire la coda tagliata, viene così costruita per dare più stabilità alla canoa. 

Materiale: la scelta della casa costruttrice non è solo legata ad un aspetto di brand e modello, ma bisogna tenere in considerazione l'esperienza nella produzione e la scelta del polietilene utilizzato.
Oggigiorno tutti i polietilene sono di alto livello, ma non tutte le aziende utilizzano migliori materiali sviluppati per consentire un alto livello di rigidità ( buona performance e maggior sicurezza); ed allo stesso tempo un alto coefficiente di resilienza (resistenza alla rottura da impatto).
Non è detto che il materiale più duro sia più resistente.

Assetto interno: è molto soggettivo, L'unico consiglio che mi sento di dare è questo.
Nel caso dobbiate fare delle cascate cercate di non avere lo schienale troppo stretto, perché qualora atterraste male, avendo la schiena che va a toccare la coda, avere lo schienale tropo stretto vi farebbe inarcare la schiena rischiando di rompervi una vertebra. A me è successo così un incidente.
Diciamo che la tendenza non è più comunque quella di avere un assetto troppo stretto per dare la possibilità alle gambe ed al bacino di spinger per pagaiare.

Posso dare dei pareri su delle barche che ho provato, prendeteli come pareri assolutamente soggettivi:

Gravità Zero, canoa Orgasmo.
Plastica eccezionale, maltrattata dal primo giorno all'ultimo. Non si è mai rotta. Forse la plastica migliore che abbia mai provato. Avevo delle perplessità per il colore nero che dovrebbe essere una plastica più fragile, in realtà ottima.

Come modello interni, non un granché. Ho provato a spostare i premi cosce, ho dovuto far venire una cinese di 5 anni per riuscire ad infilare le dita per tenere il bullone.

Seduta, per me che sono alto 172 cm è troppo grande. Toccavo gomiti, mani, ho dovuto alzare il sedile di circa 4 -5 cm, da lì la barca andava molto meglio.
In acqua, più spingeva più era facile. L'entrata in morta, avendo il fondo rotondo, dovevi lavorare abbastanza per evitare scarrocciamenti. Però una barca abbastanza stabile.
Non mi ha fatto impazzire perché su gradi fino al 4 ° anestetizzava abbastanza le sensazioni. Però la uso ancora ogni tanto e non mi dispiace. E' divertente perché se non si impostano bene velocità e angoli di incidenza, in morta non ci si ferma. Molto didattica.

Wave sport Habit.
Gran canoa, facile, perdona tutto, divertente, nonostante il volume è manovrabile. Quasi troppo semplice, se non si navigano i 5° tutti i giorni personalmente preferisco una canoa più difficile. 
Però gran barca, una delle migliori se si cerca la performance.




Dagger Nomad la 8.5

Bella barca fondo rotondo, plastica buona. Non mi ha fatto impazzire, anche se il kayak va bene.

Seduta comoda, premi cosce alti il giusto per la mia altezza. Diciamo che è una canoa non semplice, però in acqua grossa dove spinge, tira fuori il meglio di sé.




Canoa Diesel.

Molto bella, appena ci sono salito mi è sembrata una scarpa fatta su misura per me. Ho navigato tutto il Sesia anche i tratti più impegnativi, il Sermenza, Sermenzino, barca facile, comoda, chiaramente in certe rapide senti un po' la mancanza di volume, ma per me è una gran barca. Bella canoa anche per le donne. 




Waka Tuna

Gran barca, mi sono trovato molto bene. Molto facile quasi troppo. Seduta perfetta, regolazioni facili ed intelligenti. Veloce in tutto, rotazioni, avanzamenti, in morta entra come un missile. Insomma forse la miglior barca che abbia mai avuto. Molto larga, stabile ma, personalmente quando mi ribaltavo, il sedere si staccava dal sedile e facevo molta fatica a tirare l'eskimo. Ho chiesto ad altri se avevano lo stesso problema, quelli alti mi dicevano di no, quelli bassi come me, presentavano anche loro un po' di problemi simili.

Difetto, la plastica, molto morbida, quasi troppo. I premi cosce: quando spingi con le gambe, la plastica cede abbastanza. L'ho venduta perché avevo paura che si rompesse dopo un po' di utilizzi.
E' da tenere in considerazione che io uso la canoa per lavoro come maestro e per la sicurezza dei raft ed hydrospeed. Questo mi porta a navigare spesso in linee infelici pieni di sassi e avevo paura che mi si rompesse.
Ma potrei sbagliarmi, potrebbe essere che la plastica così morbida attutisca meglio i colpi.
Ad onor del vero, non ho sentito nessuno rompere questa barca. Sicuramente una barca facile, fatta per chi vuole fare cose impegnative e ha bisogno di stabilità e velocità. Surfare è semplicissimo, ogni onda la surfa alla grande.

Exo Xt

Barca particolare,  con fianchi squadrati io faccio fatica ad andarci. Alcuni si trovano molto bene, io no.  So di canoisti che ne parlano bene, qui poi diventa un parere soggettivo. Se parliamo di plastica, mi è sembrata buona, rotture non ne ho avute. La seduta non è male, va bene. Nel complesso è una barca buona sono solo gusti. Ho visto il modello nuovo, ha delle linee più dolci, sembra una barca molto bella. Chi l'ha provata ne parla bene.



Pyranha 9r
La sto usando. Non l'ho ancora usata molto quindi non vorrei dare impressioni sbagliate.

Ai primi utilizzi, la trovo una barca molto divertente anche sul facile. Sente molto le variazioni di peso, rispetto a come ci si muove sulla canoa cambia velocità di entrata ed uscita in corrente. Di tutte le barche di questo genere, questa ha meno volume nonostante sia la più lunga. Molto veloce, anche se non l'ho presa per questo motivo.

L'ho acquistata perché quando si insegna canoa avere una barca lunga è più dimostrativa.
Inoltre è una barca non semplice quindi bisogna usare il corpo, anticipare, usare tutto il corpo anche per le rotazioni. Per ora sono contento, non ho ancora fatto rapide dure. L'interno mi ha lasciato un po' così. Le regolazioni le hanno studiate bene ma sono bulloni di plastica, preferivo qualcosa di più resistente. Penso lo abbiano fatto per la leggerezza.
La seduta è comoda, anche per me che sono piccolino, mi sono trovato subito bene.
La plastica non mi sembra male, però è da vedere dopo l'utilizzo di una stagione, durante la quale uso la canoa tutti i giorni.
Pensavo che fosse una canoa poco manovrabile, fatta esclusivamente per le gare, invece mi sono trovato a divertirmi a provare le porte nei campi slalom, bella anche nei tratti facili dove la barca risponde molto al movimento del corpo, non l'ho sentita ingombrante, nonostante la lunghezza. Da abituarsi alla sua velocità, mi è parso che naviga molto bene quando la canoa mantiene un po' di velocità. 

Lettmann Granade

Ho acquistato questa canoa taglia L. Pensavo fosse quasi grande per me, invece mi è quasi sembrata piccolina. E' una bella barca fondo abbastanza rotondo. Divertente anche sul facile. Mi ha lasciato un po' così la punta poco alta che sui saltini etc.. rischi facilmente l'incastro.  Non ha molto volume, spesso la canoa è sott'acqua.  Nei surf la punta scivola all'interno. E' una canoa non semplicissima, ma che ti fa sentire l'acqua. L'ho usata poco perché un mio amico mi ha chiesto se potevo darla a lui e così ho fatto. 


Sono convinto che un buon canoista riesca ad andare un po' con tutto. Certo, ci sono canoe con le quali ci si trova meglio o peggio, ma voglio pensare che sia ancora il canoista a fare la differenza.

Questo post deve essere preso come spunto di riflessione. Se qualcuno volesse aggiungerci delle cose ben venga, l'importante è che lo faccia per dare un consiglio oggettivo e non per fini commerciali. 
Quello che decanta una canoa solo perché la paga poco si astenga. Ho sentito canoisti parlare male di canoe e poi quando riuscivano ad averle quasi gratis ne parlavano come le migliori barche. 
Questo post è per dare una mano ai canoisti che si trovano in difficoltà non sapendo quale barca acquistare. La scelta che un kayaker farà, sarà anche per la sua sicurezza quindi deve poter avere più pareri oggettivi possibili. 

Grazie.





domenica 15 febbraio 2015

Coda di vacca, sopravalutata???


Coda di vacca per i canoisti

Piccole informazioni, prendere tutto con le pinze, questi argomenti dovrebbero essere trattati in maniera approfondita soprattutto a livello pratico. 

Spesso vedo canoisti girare con cordini di tutti i tipi, con moschettoni strani per avere la coda di vacca.
Ogni tanto mi da l'idea che qualcuno la tenga attaccata tanto per rappresentare uno status, più che per usarla. 

Ora vorrei entrare un po' in merito della mia esperienza. 


COSE DA NON FARE 
Purtroppo si vedono canoisti che attaccano un moschettone senza ghiera all'imbraco del PFD nella parte posteriore. L'altro moschettone, invece di averlo attaccato ad uno sgancio rapido viene attaccato alle spalline o a qualche anello chiuso. 

Attenzione: la coda di vacca deve essere così posizionata:
1 Moschettone ad almeno 2 movimenti sull'imbraco del salvagente. 
2 Moschettone a base larga legato anche esso all'imbraco del PFD o ad uno sgancio rapido, che puo' essere in velcro o essere un anello rotto. 

Personalmente, visto che non mi porto dietro mille attrezzature in canoa, faccio questo ragionamento:
poco materiale, ma versatile quindi utilizzabile in varie situazioni. Quindi i miei moschettone sono tutti a base larga e tutti a ghiera. 
La coda di vacca non deve essere lunga 5 metri ma basta davvero poco circa 40 - 50 cm. 
Attualmente sto usando una fettuccia molto stretta tenuta 22 Kn così da poterla usare anche per ancoraggi etc...
NB: nel momento che uso queste attrezzature, dovrei saper usare lo sgancio rapido dell'imbraco.
Per fare questo, non tutti i PFD sono tutti uguali, c'è chi ha la fettuccia molto ruvida, c'è chi pesa poco o molto e bisogna anche valutare in quale fiume si potrà svolgere il soccorso. Chiaramente cambia la conformazione se una persona lavora su un secondo grado piuttosto che su un quarto grado.

Fatta questa premessa vediamo un po' se usarle la coda di vacca oppure no.

Per lavoro mi capita spesso di usarla e credo sia uno strumento utile in certi contesti. Devo dire però che negli anni ho sempre più ridotto l'uso di questo attrezzo. 
Mi è capitato parecchie volte di dover aprire lo sgancio rapido. 
Una considerazione è questa:
- fiumi facili fino al terzo grado, da usare sopratutto se si sta lavorando come maestri e quindi può capitare di dover recuperare canoa persona e per vari motivi dover navigare un tratto di fiume in questo modo, quindi si rivela utile
- Fiumi difficili sopra il quarto grado, o torrenti pieni di sassi o presenza di salti. 
In questo caso non attacco mai la coda di vacca, preferisco incastrare la barca su qualche sasso e poi andarla a prendere. Preferisco non mettermi in pericolo rimanendo incastrato, magari a testa in giù, per colpa di una canoa. 


Una cosa da valutare è questa.
Se si ha la coda di vacca attaccata, molte persone, appena vedono un compagno a bagno cadono in quella che si chiama "visione a tunnel". Attaccano subito la barca senza valutare cosa ci sia dopo. 
Molti fanno l'errore di attaccare il kayak e pagaiare contro corrente per recuperare la canoa. Sono tutte cose sbagliate, pericolose, inoltre è importante ricordarsi che in fiume bisogna cercare di fare meno fatica possibile. Sempre. 

Negli anni mi sono sempre più convinto che la soluzione migliore è quella di recuperare il kayak svincolato da me, utilizzando vari sistemi, ma evitando di legarmi. 

Quello che vedo frequentemente, è poca conoscenza dei DPI corretti e quindi, visto il rischio di poter utilizzare male la coda di vacca, credo che i contro siano superiori ai vantaggi. Inoltre quando si ha attaccati alla schiena una canoa piena di acqua, nel caso anche si riesca ad arrivare a riva, non è facile riuscire a fermarsi. bisogna riuscire a saltare fuori dalla propria barca e tenere la canoa recuperata. Tutto molto difficile. Più facile spingere il kayak fino in morta scendere a valle 5 metri e aspettarla arrivare. Ci sono anche altri sistemi, questo è il primo. 

Riassumendo:
DPI corretti, moschettoni a 2 movimenti
Attaccare la coda di vacca su fiumi facili e non in presenza di grossi ostacoli
Conoscere il proprio salvagente e il proprio sgancio rapido, facendo delle prove.
Prima di vincolarsi valutare pericoli e stimare dove si arriverà con una canoa legata alla schiena. 




martedì 10 febbraio 2015

modulo per istruttori di canoa e kayak Fick

CORSO ISTRUTTORI FICK 2° LIVELLO

http://www.federcanoa.it/liguria/archivio-news-liguria/2451-corso-istruttori-fick-2°-livello.html


Corso per i Tecnici di Attività Promozionali – Amatoriali e Tempo Libero - Fiume Acque Mosse

Il corso è realizzato grazie alla collaborazione della scuola Rescue Projcet e del Dott. Francesco Balducci, e permetterà ai partecipanti di conseguire anche i brevetti di: Rescue Project – BLS – “Palingenesi Nutrizione ed integrazione per lo sport”.

“Programma di massima”

Inquadramento
In questo documento viene presentato il corso organizzato dal Comitato Regionale Liguria per la formazione delle nuove figure di “Istruttore di II livelo per le attività promozionali, amatoriali e tempo libero”.
Competenze
Conoscere la tecnica, la didattica, la sicurezza, la gestione del gruppo e l’ambiente per operare in fiumi di 2° grado.
Abilità
Padronanza personale della tecnica u difficoltà di 3° grado e assoluta padronanza delle tecniche di salvamento adatte alla difficoltà sulla quale operare (2° grado).
Queste nuove figure sono identificate al 2° livello della scala formativa europea e si inquadrano nel nuovo quadro formativo approvato dalla FICK specifico per le attività di canoa fluviale non competitive.
Livello europeoQualifica FICK per canoa fluviale non competitiva
1Tecnico di base
2Istruttore di II livello
2+Istruttore di III livello
3Maestro di canoa
Tecnici formatori
Maestro Fluviale e Formatore responsabile, Medico:     Francesco Balducci
Maestri Fluviali di supporto:                                         Andrea Piutti, Vincenzo Minenna
Maestro Rescue Project, Formatore BLSD:                   Vincenzo Minenna
Esperta in comunicazione:                                                        Cristina Orsingher, Dott.ssa in Sociologia, Responsabile nazionale per la Psicologia dell’emergenza, Gestione dello stress.

Date del corso ed esame
Il corso inizierà venerdì 6 marzo 2015 alle ore 08.30 a Brugnato (SP) e terminerà Domenica 8 marzo 2015 alle ore 18.00
L’esame pratico e teorico con presentazione dei lavori / tirocini svolti, si terrà Sabato 11 e Domenica 12 aprile 2015 in località Brugnato (SP).

Quota di iscrizione
La quota di partecipazione prevede l’iscrizione al corso ed è stabilita in € 420,00. Il corso potrà essere attivato con un minimo di 10 partecipanti.
Le iscrizioni saranno chiuse al raggiungimento di 15 iscritti.

Requisiti di accesso
Il corso, ed il relativo esame, sarà accessibile a tutte le figure FICK a partire da Tecnico di Base.
In via eccezionale, gli organizzatori si riservano la facoltà di accettare domande di partecipazione da figure di altri enti o associazioni se considerate equivalenti o superiori in competenze al Tecnico di Base FICK, previo esame di ammissione o lezione integrativa che verrà effettuata il giorno antecedente l’inizio del corso.
Ogni partecipante dovrà essere dotato di propria attrezzatura specifica per il torrente, nonché delle normali dotazioni di sicurezza quali corda, moschettoni, salvagente con imbrago, cow-tale, coltello, prusik, ecc.

Programma del corso
Il corso prevede lezioni frontali, auto formazione, tirocinio e la presentazione di un elaborato relativo ad un progetto da concordare, con i docenti formatori, durante il corso.

Gi argomenti trattati dai Maestri saranno:

TECNICA
Presupposti della tecnica
Impostazione, spacio di lavoro, dinamiche di movimento, i 5 principi

Fondamentali in acqua piatta
Pagaiata avanti, pagaiata indietro, circolare avanti, circolare indietro, timonata, aggancio, colpo spinta, appoggi alto, basso e continuo, eskimo a destra, sinistra e indietro.

Manovre in acqua mossa
Entrata in corrente, entrata in morta, traghetto, cambi di direzione.

SICUREZZA – A CURA DI RESCUE PROJECT
Auto salvamento, rovesciamento, muoversi sulle sponde, nuoto in rapida, manovre di soccorso da basso ad alto rischio, gestione di incastri di canoa, tecniche di trasbordo e movimentazione in verticale, tecniche per disincastrare una canoa e sistemi di tiro, con l’attrezzatura del canoista, legge 81 e certificazione materiale, cosa usare e cosa no. Procedure di soccorso con linee guida approvate e standardizzate con gli operatori del soccorso, pronto soccorso in ambiente ostile, normative e linee guida 2014.

Salvamento con il kayak
Utilizzo del cow tail, eskimo assistito.

Lancio della corda
Tipi di lancio, salvamento vincolato, doppio imbrago, zip.

Comunicazione ed elementi generici
Teoria della sicurezza, i pericoli, regole di discesa, regole di sicurezza, segnali, organizzazione della sicurezza, gestione dello stress
LEZIONI FRONTALI30 ORE
AUTOFORMAZIONE50 ORE
LAVORO INDIVIDUALE8 ORE
TIROCINIO GUIDATO E PRATICA SUL CAMPO32 ORE
PARTE SCIENTIFICA

Cenni di anatomia Fisiologia apparato cardio circolatorio, apparato muscolo scheletrico, sistema nervoso Scienza del movimento capacità motorie, qualità motorie, cenni di neurofisiologia del movimento

Igiene / prevenzione la preparazione fisica, ginnastica preventiva

Approfondimenti speciali a cura del Maestro Dott. Francesco Balducci:
  1.  Nutrizione e sport
  2. I biotipi e lo stress in ambiente ostile (adattamento in fiume in caso di problemi, salvamento, ecc.)
  3. Integrazione specifica avanzata per la forza, la resistenza e la salute articolare
  4. Esercizi per la flessibilità e il coordinamento.
DIDATTICA E COMUNICAZIONE

Cenni ci comunicazione
Interpersonale, di gruppo e docente allievo

Organizzazione
Pianificazione della lezione: briefing e de-briefing. Gruppo e gestione

Didattica
Principali scuole di didattica, la figura dell’istruttore, la progressione didattica, il momento didattico, la correzione, la didattica in età evolutiva.
Riferimenti:
Maestro Formatore del Corso: Dott. Francesco BALDUCCI – 
mail:       francesco.balducci@libero.it
tel. 348-9334463

Responsabile Regionale della Formazione
Allenatore:Enrico BALDUCCI
Mail: enrico.a@sistel.it
Tel. 347-5762361

Presidente C.R. LIGURIA
Carla TURA
mail: 
liguriafick@gmail.com
Tel. 347-4905828

lunedì 9 febbraio 2015

cambiare assieme si può...!!!

La Scuola Rescue Project è diventata : Scuola Nazionale di soccorso.

Dopo più di 12 anni nella formazione da un paio di anni la scuola sta lavorando per essere sul campo. Non solo formando personale altamente qualificato ma investendo sulle squadre supportandole con materiale e molto altro.

In questi anni la Scuola è cresciuta molto, non solo sotto l'aspetto formativo, ma anche con le strutture e sopratutto piano piano è cambiata la mentalità di chi si avvicinava a questo percorso.

Le linee guida sono cambiate, anche in riferimento alle normative vigenti vedi ad esempio il testo unico. Ma grazie anche ad i suoi istruttori i quali operando sia come istruttori che in emergenza, potevano mettere a dura prova, tecniche, dpi e qualità di procedure trovando le strade migliori. 
Continuando nella formazione esperienziale, si sono trovate alcune risposte, ma anche grazie alla continua crescita di squadre d'intervento le quali apportavano le loro esperienze, facendo crescere sempre più gli standard, capendo i pro e i contro. 
Il percorso è ancora lungo e come sempre le domande sono più delle risposte. Ma siamo ottimisti, perché questo movimento prende sempre più piede avendo strutture ed istruttori su tutto il territorio Nazionale.

Le difficoltà sono molte, più che a livello tecnico a livello strutturale. Per anni l'aspetto del soccorso fluviale alluvionale è rimasto in secondo piano. Ora con i rischi idrogeologici che l'Italia sta vivendo, questo argomento è ormai sentito e in prima linea.
Purtroppo si paga un passato fatto di procedure a volte sbagliate, o non efficaci. Scarsa preparazione non solo a livello tecnico, ma anche fisico e sopratutto psicologico.
Infatti le alluvioni sono emergenze che durano per 3-5 giorni dove il dispendio di energia è notevole.
Inoltre la poca standardizzazione di procedure e percorsi formativi non adeguati hanno portato sempre più ad un distacco tra  le squadre ed il personale di emergenza.

Diventare scuola nazionale di soccorso, vuole essere un punto di partenza per unificare e coinvolgere varie associazioni per portare avanti un pensiero comune:
il volontario deve avere la massima formazione per la sua sicurezza e per quella degli altri.
Chi dunque si avvicini a questo tipo di soccorso deve essere preparato e deve conoscere i propri limiti.
Questo può avvenire solo con percorsi formativi seri, ma sopratutto con l'aiuto delle squadre che vogliono essere professionali e preparate in intervento.

Sicuramente i problemi le diatribe e il colore delle divise, negli anni ha portato sempre più un distacco. L'obbiettivo vuole essere quello di avvicinare le realtà presenti in Italia per provare a trovare un percorso uguale e di reciproco rispetto.

12 anni fa questo era impensabile, la scuola rescue project non aveva numeri e non c'era la cultura della formazione acquatica a livello professionale.

Ora notiamo apertura, siamo convinti che l'unione di chi crede che il volontario debba essere considerato un professionista, se ha alle spalle la corretta formazione, sia un passo da fare. Spesso il primo danno però lo fanno propri i volontari che si nascondono dietro alla parola volontario come scusante per non essere realmente preparato, o peggio chi si fa formazione interna portando informazioni talvolta errate, mettendo in pericolo il personale e portando avanti un'idea di scarsa preparazione.

Ecco quindi la necessità di un movimento forte fatto da persone che credono nel volontario come specialista, che chiedono e pretendono formazione seria, che utilizzano la politica per migliorare il servizio e la professionalità, a quelli che il colore della divisa conta poco, ma sono convinti che sia la sostanza e la collaborazione che svilupperà conoscenze e competenze.

Spesso vedo, come ci sia più interesse nel cercare punti di distacco che di unione. Spesso vedo come le linee guida, o semplicemente chi deve decidere, sia una persona che non conosce cosa vuol dire essere in alluvione con personale poco preparato. Con chi non sa nuotare, con chi ha fatto corsi in un aula senza conoscere i propri limiti, o aver frequentato corsi con docenti poco preparati, magari con esperienze pari allo zero.

Ecco allora che le squadre oggi più che mai devono pretendere che gli venga data la possibilità di operare in maniera sicura. Devono pretendere che qualsiasi squadra di intervento si trovi in alluvione abbia frequentato il loro stesso percorso. Altrimenti di chi ci si può fidare?


Questo è l'obbiettivo e la Scuola ci mette il suo per trovare punti di condivisione ed unione. Molto del lavoro deve essere fatto dai Volontari.
Alcune realtà stanno cercando di autoregolamentarsi scegliendo percorsi difficili, accettando una selezione e capendo quali ruoli in emergenza possono essere rivestiti. 
Sarà un percorso difficile e di anni, però sarà un percorso fatto di serietà dove la professionalità non verrà data dal colore di una divisa, ma dalle reali competenze. 





venerdì 6 febbraio 2015

la strada dell'inferno è lastricata da buoni propositi

PERCHE’ DECIDERE DI FORMARSI PER UN CANOISTA.

Questo articolo nasce per l’utente finale ovvero chi vuole avvicinarsi ad uno sport come la canoa o chi va in canoa anche su tratti difficili con amici che conoscendo poco di sicurezza, non sapendo andare molto bene in canoa mettono in pericolo loro e me stesso. 
La canoa, è uno sport dove  conoscenze, valutazioni, esperienza, capacità tecniche, equilibrio fisico e mentale fanno la differenza. Ogni manovra va a ricercare scivolamento, armoniosità, fluidità, precisione sicurezza. 
Molte persone di tutte le età e con varie ambizioni si avvicinano a questa disciplina. C’è chi vuole imparare la canoa per farsi i giri nel lago, c’è chi vuole fare un po’ di slalom per divertirsi e fare sport in tratti di fiume non troppo pericolosi.
Poi ci sono le persone che vogliono imparare per scendere i fiumi, di varie difficoltà.

E’ molto riduttivo voler imparare ad andare in canoa solo nei laghi. Quando una persona  incomincia uno sport, sa da dove parte ma non sa dove arriverà.
Ecco che la figura del Maestro di canoa è essenziale, perché deve rispondere alle esigenze che il corsista chiederà, nel tempo, partendo da un laghetto e invogliandolo a crescere a livello tecnico, esperienziale ed emozionale.

LE FIGURE PROFESSIONALI.


Non entrerò in merito di chi fa cosa.
Possiamo dire che ci sono varie Federazioni, varie associazioni etc.. che promuovo questi corsi.
Purtroppo quello che noto è un adeguamento verso il basso.
Ci sono corsi per diventare istruttori tenuti da persone non realmente competenti. Spesso si prendono decisioni per scelte politiche, per guadagni, o semplicemente per mancanza di capacità reali, si cercano degli escamotage per poter fare gli istruttori… più per un bisogno personale che per gli allievi e spesso gli istruttori degli istruttori è anche peggio.


Tutti, devono fare sport e tutti possono insegnare a fare sport, ma bisogna sapersi valutare e sapere fino a dove uno si deve spingere. Difficile sapersi valutare senza esperienza.

Non guardo i brevetti, i certificati etc.. guardo le reali capacità. Perché una persona ha il diritto di avvicinarsi a questo sport avendo docenti preparati a 360°.
Non parlo solo di aspetti tecnici, didattici e di sicurezza, parlo anche di capacità personali per far vivere lo sport della canoa in maniera bella, divertente e sana.
Detto ciò però, una base bisogna averla. Il problema di molti istruttori è che trovano, a parere mio, 2 tipi di percorsi.


1. Molto difficili, dove sono richieste buone capacità canoistiche. Quando io feci i corsi di maestro di canoa o le sessioni precedenti, ricordo che si andavano a navigare 5° gradi. Se pensate che una selezione fu fatta sul Noce Bianco 5° abbastanza cattivo.  I docenti molto forti canoisticamente con esperienze internazionali.

2 Molto facili, dove si parla di teoria in aula, dove i docenti non sono persone con un livello alto, dove si sono autoproclamati. Ci sono percorsi dove basta dimostrare di aver esperienza per diventare istruttori, portando un allineamento verso il basso, per mancanza di capacità.
 

Ora incominciano a uscire nuove formule di corsi per docenti:
Questo è dato anche da un numero sempre più ridotto di canoisti o di persone che si avvicinano a questo mondo.
Sicuramente colpa anche dei professionisti del settore.
Le federazioni, le associazioni fanno il loro gioco, sono inoltre fortemente convinto che sono gli istruttori o i pseudo istruttori che devono fare la differenza.


Al di là del nome delle federazione, bisognerebbe capire che spesso, si fanno più danni che altro.
Non fa bene al nostro sport avere docenti che non sanno andare in canoa, (non solo sotto l'aspetto tecnico) un maestro che non sa lanciare una corda, un maestro che va con dpi non idonei,  non rispettano questo sport. Se non siamo aggiornati sulle nuove tecniche in canoa, sulla sicurezza, sulle normative non siamo professionisti.
Ci sono istruttori che hanno fatto il loro ultimo lancio di corda 10 anni fa ...  ma le cose cambiano sia sull’aspetto del soccorso che su come insegnare, e sulle metodologie didattiche.
Figuriamoci poi se chi deve fare la formazione ai futuri istruttori sa ancora meno.
Ora, dobbiamo avere la responsabilità di capire che gli incidenti possono accadere e noi siamo responsabili. Verremo riconosciuti più professionali se ogni tanto dicessimo “ questo non lo so fare, vai da chi è più bravo”.
Quando si fanno i corsi per diventare guide alpine, oltre agli istruttori delle guide, ci sono i formatori esterni, chiamati perché massimi esperti in un settore. Ad esempio per le valanghe, o per imparare a tracciare dei percorsi, vengono chiamate delle persone che fanno questo di mestiere.
Questo è indice di professionalità. Nonostante il fatto che, chi diventa istruttore delle guide è davvero un fortissimo alpinista e chi diventa guida si è fatto il mazzo per 110 giorni + tutta l’esperienza che deve dimostrare per accedere alle selezioni.
E attualmente l’80 % del lavoro è racchette da neve, canyoning e passeggiate.
L’istruttore di canoa dopo 2-3 giorni porta persone su tratti di fiume che comportano pericoli oggettivi importanti.
Sicuramente non c’è la volontà di volersi professionalizzare. Per vari motivi, purtroppo dati da poco rispetto verso questo sport e verso gli allievi.
Non bisogna saper navigare i 5° gradi per fare il maestro di canoa e non bisogna sapere tutto sul soccorso.
Però credo che sarebbe normale pretendere di saper navigare un IV° in maniera decente, saper andare in canoa tecnicamente bene, sapere le manovre di soccorso giuste e non di 10 anni fa, conoscere le nuove linee guida, saper insegnare, investire nella propria formazione, avere un brevetto di BLS e molto altro.

Questo pressapochismo porterà sempre di più un danno ai futuri istruttori che a loro volta saranno un pericolo verso l’utente finale.

Detto questo spero che chi voglia avvicinarsi a questo sport come LAVORO e non come passatempo, lo faccia al massimo, per rispetto dei suoi allievi, dei suoi colleghi e di chi lavora ed investe per dare sempre di più un servizio migliore.
Sarebbe bello unificare la formazione, fatta in maniera intelligente, con professionisti di ogni settore, che danno la loro disponibilità per dare ai futuri allievi istruttori il massimo. Trovando un giusto equilibrio tra capacità tecniche, capacità personali etc..
I professionisti investono tempo, energie, attrezzature e soldi per la propria formazione con un risultato finale che, quando lavorano hanno un costo.
Poi c’è chi lo fa per diletto, senza competenze, con poco o zero investimento di denaro per la propria formazione uscendo ad un costo finale decisamente inferiore.
Questo purtroppo non fa bene alla categoria di veri professionisti.
Sicuramente gli interessi personali, interessi societari, hanno fatto in modo di amplificare queste problematiche.
Attualmente l’unica speranza sono i futuri istruttori che decidano responsabilmente e autonomamente di cercare la migliore formazione possibile. La speranza è che gli appassionati insegnino ai canoisti la cultura di volersi formare in maniera sana e corretta.
Altrimenti si troveranno sempre canoisti che in fiume non sanno nuotare, che non sanno lanciare una corda, che non sanno valutare una rapida,  che tecnicamente sono ancora agli anni 80, pensando di sapere tanto, senza conoscere niente.



E visto che ce ne sono molti, la domanda che sorge spontanea è: FORSE MANCA QUALCOSA?
Ho visto un raduno nel 2014, fiume facile, l’ultima rapidina che sono esattamente 15 metri. L'acqua fa tutto lei.  In quella giornata molti hanno percorso quel pezzo con la testa sott’acqua. Ma non alla fine, ma dal principio. Ora, se una persona valutasse un po’ di cose saprebbe che quello è un tratto artificiale, con dei sassi butta giù. Dove ci sono degli incastri di piede fenomenali perché tra un sasso e l’altro c’è molto spazio. Inoltre il Fiume ha delle grosse variazioni di portata che modificano i sassi sul fondo.  Alla fine della rapidina c’è un buchetto con dei sassi sott’acqua con angoli vivi.
Il bagno capita a tutti e capitano anche gli incidenti, però bisognerebbe provare a navigare i tratti di fiume dove “ce la si può giocare”. C'è differenza tra provare a fare una rapida o navigare un rapida, dando i colpi giusti, scegliendo la linea giusta e mantenerla, invece sembrava più una roulette russa. Questo non è andare in canoa e sono convinto che non sia colpa di chi ha partecipato ma sia colpa degli istruttori, accompagnatori, maestri etc.. che non hanno insegnato loro il valore ed il bello di questo sport. Perché se una persona di queste si fosse spaccata la faccia sott’acqua o peggio, probabilmente non sarebbe più andata in canoa. E questo, sarebbe una perdita per il nostro mondo.
Bisogna insegnare il rispetto per questo sport e non lo può insegnare chi decide di diventare istruttore senza aver preteso la massima formazione possibile.

Sono convinto che l’istruttore abbia un compito essenziale. Quello di insegnare il rispetto per la vita e per lo sport. Ma come può insegnarlo se lui è il primo a non averlo?




 Questo articolo può non essere condiviso da tutti, però se mio figlio volesse imparare ad andare in canoa vorrei un maestro bravo ad andare in barca, vorrei che sapesse tirare fuori mio figlio dai casini e vorrei che avesse un'esperienza incredibile conoscenze e capacità acquisite in anni e anni di lavoro e passione. 
Per mia suocera invece vorrei tutto il contrario.